Per le interviste di CowoCheConta oggi abbiamo avvicinato una delle protagoniste della scena FabLab e Maker Space: Zoe Romano.
Zoe è fondatrice di WeMake a Milano, dove lavora a numerosi progetti, in uno spazio contiguo ad un Coworking che conosciamo bene: Coworking Cowo® Login.
Ringraziamo Zoe per la sua cortesia e disponibilità, e ascoltiamo con attenzione il suo interessante punto di vista sui temi dell’autoproduzione, dei Fablab, e anche delle donne nella tecnologia.
Enjoy!
CowoCheConta – FabLab, autoproduzione, protipazione digitale… Zoe, in che mondo ci troviamo? E a che indirizzo siamo?
Zoe Romano – Siamo in un mondo dove finalmente possiamo tornare ad essere più cittadini attivi invece che solo consumatori.
I nostri bisogni specifici sempre più spesso possono trovare un indirizzo per essere risolti senza trasformarsi in un bene di lusso, come invece spesso è accaduto in passato quando si parlava di personalizzazione e customizzazione.
I fablab e makerspace sono spazi in cui accade tutto questo e mettere le persone in connessione in un contesto in cui il “fare” con un senso e un perché è il focus dell’azione, trasforma il modo in cui percepiamo noi stessi e il mondo che ci circonda.
L’unica condizione è non aver paura di prendere una mappa in mano, imparare a leggerla e non temere di raggiungere luoghi non ancora esplorati.
CowoCheConta – Come è nata l’idea di creare WeMake? E quando?
Zoe Romano – L’idea di avere un laboratorio condiviso di produzione e condivisione è un’idea che coltivavo da molto tempo.
Sono cresciuta in contesti di spazi sociali a Milano dove si faceva sperimentazione di autoproduzione e produzione culturale indipendente con arte, tecnologia e musica. In quegli anni ho compreso come la condivisione di spazi tra attività eterogenee sia il punto di partenza per la creazione di momenti unici di innovazione e di riflessioni su come è possibile lavorare in ambito creativo oltre la precarietà.
Intorno al 2010 ho iniziato ad interessarmi alla fabbricazione digitale in modo più sistematico avvicinandomi al movimento dei maker che era riuscito a raccogliere l’eredità lasciata dall’esperienza significativa degli hackerspace europei rendendola più accessibile anche a persone provenienti da diversa formazione.
CowoCheConta – Ci piace molto l’idea di una donna al centro di un’iniziativa di tipo così “tecnico/tecnologico”… qual è il tuo punto di vista su questo?
Zoe Romano – Come ho detto prima la condivisione funziona meglio tra persone con background e competenze eterogenee quindi e’ importante facilitare questa apertura a diverse tipologie di cittadini e professionisti in termini anche di età anagrafica e genere.
Ci siamo impegnati sin dall’inizio a proporre un programma di attività che fosse interessante per diversi tipi di persone.
Essendo le donne la metà della popolazione mondiale, e avendo il mercato della tecnologia focalizzato i propri sforzi nell’attirare principalmente uomini, abbiamo pensato fosse importante ribilanciare un po’ questo sbilanciamento creando momenti e spazi dedicati a degli ambiti tradizionalmente più legate alle donne.
Abbiamo sviluppato un dipartimento che sperimenta sulle tecnologie e all’applicazione della fabbricazione digitale nella moda e nel tessile.
CowoCheConta – WeMake è frequentato maggiormente da uomini o da donne? E dal punto di vista professionale?
Zoe Romano – Direi che siamo su 60 uomini/40donne come bilanciamento anche se su Facebook ci seguono più donne.
Gli uomini sono quelli che passano tempo a Wemake per sperimentare e portare avanti progetti personali. Le donne in generale ci frequentano per risolvere delle necessità professionali o di studio.
CowoCheConta – Quando si parla di donne e tecnologia, che riferimenti vengono in mente?
Zoe Romano – Partirei da Ada Lovelace che e’ stata la prima persona a pubblicare un algoritmo per la Macchina Analitica progettata da Babbage ma mai realizzata, quindi si può considerare la prima programmatrice della storia.
Passando poi dalle numerose donne che durante la seconda guerra mondiale hanno lavorato come dei veri e propri calcolatori e negli anni ’60 hanno contribuito alle missioni nello spazio come Margaret Hamilton.
Un archivio che mi piace di solito andare a scoprire è quello delle pioniere della musica elettronica, come Delya Derbyshire o Carla Scaletti. Recentemente mi ha incuriosito il lavoro di Annie Clark aka st.Vicent e la sua chitarra progettata per chitarriste.
CowoCheConta – Tra i tuoi progetti per il futuro, ce n’è qualcuno connotato sul genere femminile, o questo aspetto non è rilevante nella tua agenda?
Zoe Romano – A fine giugno avremo in residenza a WeMake l’artista Caroline Woolard da New York.
Insieme lavoreremo all’evoluzione del progetto Queer Rocker, una particolare sedia a dondolo realizzata con una fresa a controllo numerico. Con il programma di Maker in Residence che curo a WeMake cerco di dare spazio a progetti interessanti portati avanti principalmente da donne perché di solito hanno un taglio e un approccio originale.
CowoCheConta – Da un punto di vista globale, come vedi la realtà di WeMake, spazio milanese, nel contesto internazionale?
Zoe Romano – Prima di aprire WeMake abbiamo viaggiato in Europa e negli Stati Uniti esplorando Fablab e Makerspace molto diversi tra loro e che ci hanno ispirato nel costruire la nostra visione.
Inoltre ci ha permesso di creare contatti e collaborazioni che sono preziosi per il nostro lavoro quotidiano.
Proprio lo scorso gennaio abbiamo iniziato Opencare, progetto finanziato dall’EU in cui, insieme ad altri partner europei, sperimentiamo soluzioni open source nell’ambito di cura a partire dalla comunità.
Riteniamo vitale mantenere un canale di collaborazione con iniziative fuori dall’Italia ed essendo parte del network internazionale dei Fablab e ad agosto saremo a Shenzhen per partecipare a FAB12, l’incontro mondiale dei Fablab.
CowoCheConta – Infine, una domanda sul coworking, ambito che vede coinvolte anche noi di CowoCheConta… WeMake è in partnership con Coworking Login: come si articola questa declinazione, e che significato ha per voi?
Zoe Romano – Coworking e makerspace sono realtà che hanno molto in comune ma anche molte differenze.
Con Login cerchiamo di intrecciare i nostri percorsi ogni qual volta è possibile ed è sicuramente una ricchezza per entrambi.