Novità per le partite Iva: arriva il nuovo regime dei minimi. Vediamo per chi è, come si calcola.
Avete presente il regime dei “minimi”?
Bene, c’è una novità importante: potranno aderire a tale regime soltanto le partite Iva che hanno conseguito, nel 2014, ricavi o compensi non superiori alle soglie previste per ogni tipo di attività (si va dai 15mila ai 40mila euro).
Vediamo meglio alcuni aspetti, per conoscere più da vicino la nuova misura.
Come si calcola?
Il reddito va calcolato applicando ai ricavi un coefficiente di redditività che può essere una percentuale tra il 40% e l’86%.
La variabile? Il tipo di attività, ancora una volta.
Sul reddito calcolato in questo modo e ridotto di un terzo – il ddl infatti stabilisce un abbattimento forfettario di 1/3 del reddito per i primi tre anni di attività – si applica l’imposta sostitutiva del 15%.
Chi ne ha diritto?
Per verificare le soglie previste, occorre consultare la tabella allegata al disegno della legge di Stabilità.
A questo proposito è anche comparso in rete uno schema in cui sono previsti nove gruppi di settori, dove sono riportati alcuni esempi. Ne riportiamo un paio per dare un’idea indicativa.
1° esempio: attività di intermediari del commercio – non devono superare i 15mila euro di ricavi
2° esempio: alloggio e ristorazione – non devono superare i 40mila euro
Il cambiamento è abbastanza rilevante: da notare, infatti, come il provvedimento possa ora far rientrare nel regimi dei minimi soggetti che prima non ne avevano diritto; e al tempo stesso non ammettere più alcuni che prima erano eleggibili.