L’Isee è l’indicatore della situazione economica equivalente e misura il reddito e le ricchezze delle famiglie.
Viene utilizzato per decidere chi ha diritto a una serie di servizi sociali come l’asilo nido, le agevolazioni sulle tasse universitarie o sulle bollette.
Il primo Isee risale al 1998.
Il nuovo indicatore consente l’accesso ai servizi alle persone che effettivamente ne hanno più bisogno.
Meno autocertificazione e più controlli, così stabilisce il Decreto firmato da Letta.
I punti salienti sono:
- più peso alla casa di proprietà
- vantaggi per le famiglie con almeno tre figli
- sgravi per i disabili, in tre fasce a seconda della gravità
Cos’altro cambia rispetto al precedente riccometro?
- Non si guarda solo al reddito (stipendio, pensione) ma anche al patrimonio, come casa di proprietà, titoli di stato, conto corrente, case date in affitto, pensioni di invalidità, assegni di mantenimento
- La casa conta più di prima. Nel calcolo entra il valore fiscale relativo all’Imu, più pesante rispetto a quello dell’Ici. Chi è in affitto può detrarre fino a 7.000 euro all’anno e 500 euro per ogni figlio dal terzo in poi, chi ha la casa di proprietà può sottrarre 52.500 euro dal valore fiscale e può togliere 2500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo, con il mutuo si sottraggono le rate ancora da pagare. E nel calcolo ci sono anche gli immobili all’estero.
- Più controlli sui conti correnti: con i controlli incrociati sarà impossibile dire di non averne uno, come spesso capitava in passato.
Insomma, con questa riforma, l’Isee sarà effettivamente uno strumento indicatore per aiutare chi realmente ne ha diritto.